Raccolta Orme lontane
Soave suono
Soave suono la parola udita
al tramonto dell’ultimo dì.
Incurante della notte,
del suo gelo, infrange l’atavica ostilità, e a mani nude
sradica gli sterpi dello stanco attendere.
Incredula l’osservo,
mentre percorre l’aspra viuzza
che al cuor mio introduce.
Ancor guardo, e il pensier sussurra:
“ Egli mai si concederà allo straniero dire”.
Ancor osservo, ed il pensier favella:
“Altro farà quel sofferente vile,
si, altro farà, giammai s’aprirà”.
Ancor sbircio, mentre il pensier declama il suo dissenso,
quando, ad un tratto, gli occhi che guidano il vedere,
l’azzittiscono, l’atterriscono, a lui mostrando
il voraginoso varco che il cuor mio gli offre.
(Marilina Frasci)
Pubblicata il 11 settembre 2003 0:38:21
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