Raccolta Il canto del pellegrino
Pensiero
Notte, che vaghi
per le disadorne stanze del sentimento mio,
che accresci una polvere,
la quale,
i sogni miei copre d’oscurità,
che violenti le albe ed i tramonti
dei giorni miei col nero, tetro,
funebre colore del tuo eterno lutto.
Notte, cosa vuoi?
Malevole pensiero, che subdolo e nocivo ti insinui
fra le già purulenti ferite della vita mia,
cosa oscuri in me?
Notte, cosa domandi?
Spregevole maga,
che falsa e maldestra ti manifesti in giochi
di infima manipolazione, cosa nascondi di me?
Pensiero,
che indistinto brancoli
per l’austera dimora della coscienza mia,
che estendi una raschiatura,
la quale,
i miraggi miei snatura in incubi,
che deturpi il chiarore e l’arcobaleno
dell’essenza mia,
col cupo, minaccioso, drammatico tono
del tuo duraturo cordoglio.
Pensiero, cosa brami?
Ostile giudizio, che sleale e cattivo ti incunei
fra le già suppuranti lesioni della esistenza mia,
cosa spregi in me?
Pensiero, cosa scacci?
Indegno negromante, che fasullo e incapace
ti espliciti
in passatempi di volgare sofisticazione,
cosa odi di me?
Cosa reclami questa notte pensiero?
Pur di non concederti alcuna soddisfazione,
son disposta a gettar via ogni cosa,
e con il bene di me, anche il male di te.
(Marilina Frasci)
18 settembre 2003 17:28:37
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